La professione del light designer è stata interessata, negli ultimi anni, da una crescita molto interessante. I motivi sono diversi e vanno ricondotti, per esempio, alla necessità di intercettare, negli store fisici dei brand, un’utenza che, oggi come oggi, vede nell’e-commerce un’opportunità ineguagliabile per trovare in tempi rapidi i prodotti che cerca.
Abbiamo descritto solo uno dei tanti casi in cui il lavoro/arte del light designer può rivelarsi prezioso. Si potrebbe andare avanti ancora molto a elencare gli altri, che comprendono, per esempio, l’illuminazione di chiese e spazi museali.
Quando si nominano queste situazioni, viene naturale chiedersi cosa serva per lavorare e farsi strada nel mondo del lighting design. Scopriamo assieme la risposta nelle prossime righe di questo articolo.
Lavorare come light designer: le basi
Il light designer, professione che va distinta da quella del tecnico delle luci, è un professionista che, nel momento in cui si approccia al percorso formativo che gli permetterà di ottenere una qualifica, ha alle spalle anni e anni di passione per discipline che vanno dall’architettura, alle nuove tecnologie, a tutto quello che ruota attorno alla progettazione con l’ausilio di software CAD.
Quali corsi seguire?
Chiarita questa premessa iniziale, viene da chiedersi quali siano i corsi da seguire per diventare light designer. Le alte scuole di specializzazione nelle professioni creative e dello spettacolo offrono diversi percorsi formativi per chi ha intenzione di intraprendere la professione di designer delle luci. I vantaggi degli iter in questione sono diversi. Tra questi, è possibile rammentare il fatto che si tratta di corsi con formula serale o week end. Questo significa che sono perfettamente conciliabili con lo svolgimento di una professione.
Cosa si studia quando si decide di seguirli? Premettiamo il fatto che i programmi specifici dipendono dalle scuole e che non è possibile dare indicazioni generale n merito al piano di studi.
Esistono però alcune discipline/insegnamenti con i quali l’aspirante light designer deve, per forza di cose, avere a che fare. Tra questi rientrano la fisica, l’elettrotecnica, la colorimetria.
Inoltre, il designer delle luci deve avere conoscenze nell’ambito della scienza dei materiali ed essere in grado di utilizzare i software CAD. A seconda della branca specialistica che si avrà poi intenzione di approfondire, si andranno a sviscerare altre tematiche, come per esempio le basi di conservazione dei beni culturali.
Alla luce di quanto appena ricordato, nel momento in cui si sceglie una scuola è opportuno accertarsi affinché la realtà selezionata abbia sia un buon job placement sia, aspetto forse ancora più rilevante, docenti con esperienza consolidata.
Molto utile a tal proposito è il fatto di visitare i canali social della scuola o, attraverso hashtag specifici, dare un’occhiata ai lavori degli studenti del corso.
Quanto guadagna un light designer?
Eccoci a rispondere alla domanda delle domande in tutti i lavori: quanto si guadagna? Nel caso del light designer, non è così facile trovare un riferimento. Il motivo è legato soprattutto al fatto che c’è una distinzione netta tra dipendente e libero professionista. Nel primo frangente, percorso che, per esempio, può prevedere uno stage a inizio carriera, si può arrivare a guadagnare anche oltre 40mila euro all’anno se figure senior.
Per quanto riguarda invece la libera professione, tutto dipende dall’entità della commessa. Le aziende che si occupano di allestire spazi commerciali, musei, duty free o altre situazioni in cui la professionalità di un light designer fa la differenza, possono avere a che fare anche con clienti che pagano milioni di euro.
Qual è la scelta migliore? Tutto dipende dalla propria natura. Se si ha la stoffa per la promozione continua, allora la soluzione giusta è la libera professione. Se, invece, si vuole maggior sicurezza a lungo termine, è meglio orientarsi verso il percorso da dipendente in un’azienda (le realtà che producono lampade di design sono spesso alla ricerca di esperti in grado di valorizzare al meglio l’unicità delle loro creazioni soprattutto negli store fisici e nell’ambito degli shooting fotografici per i cataloghi).