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Una semplice classificazione delle cromature

Quando parliamo di cromatura, è chiaro pressoché a tutti che ci stiamo riferendo ad un trattamento di finitura dei metalli con cui, per elettrolisi, si va a depositare una sottile pellicola di cromo sulla superficie di un oggetto metallico di diversa composizione. Due sono, semplificando, le ragioni principali per cui si decide di effettuare questo genere di trattamento: la prima è quella di conferire una particolare finitura estetica al pezzo, che una volta cromato può essere lucidato a specchio, rendendolo molto brillante e particolarmente gradevole (come spesso accade nel settore dell’auto), la seconda quella di proteggere il pezzo metallico da eventi come l’attacco degli acidi e la corrosione, due minacce a cui il cromo è particolarmente resistente.

Se esistono tante diverse ragioni per praticare la cromatura, devono anche esistere diversi metodi specifici per effettuarla, a seconda dell’interesse effettivo: e infatti, anche rimanendo ad un livello molto basilare, possiamo identificarne almeno tre differenti. Ecco quali sono:

Cromatura brillante
È quella classica a cui siamo abituati, quella, per intenderci, delle automobili d’epoca. Consiste in uno strato molto sottile di cromo, che richiede per aggrapparsi al materiale uno strato preliminare di nickel; il pezzo da trattare può essere d’acciaio, o in leghe metalliche di rame e alluminio, o perfino di plastica. La lucentezza deriva proprio dal sottostante strato di nickel, e il cromo ha essenzialmente la funzione di conferire resistenza e durezza all’insieme. Visti i risultati, oltre che per le autovetture, il procedimento viene anche usato nella fabbricazione di utensili, e perfino in gioielleria.

Cromatura nera
Questo tipo di cromatura rimane opaca e scura, a differenza della precedente; inoltre, sebbene abbia anch’essa un substrato di nickel, è estremamente sottile, e quindi sia la durata che la resistenza del pezzo non sono di massimo livello. Il suo aspetto non è gradevole quanto quella brillante, tanto che spesso si preferisce trattare il pezzo finito con cere e oli speciali. La cromatura nera si utilizza soprattutto nella costruzione di strumenti ottici – tipico l’uso nella costruzione dei mirini delle armi da fuoco – e per realizzare i pannelli solari.

Cromatura dura
A differenza delle precedenti, che vengono utilizzate per un particolare effetto visivo, la cromatura dura è tipicamente applicata per il solo scopo di proteggere da acidi, ossidazione, corrosione, e qualsiasi agente esterno il pezzo metallico sottostante, che diventa anche molto più resistente all’usura da attrito. Per questa ragione, è la cromatura più spessa (sempre restando in ordini di grandezza microscopici, naturalmente) fra le tre che abbiamo citato, e trova la sua applicazione standard nel settore meccanico, a ricoprire utensili, cilindri e pistoni per motori.

Chiara Marozzi

Una donna dallo spirito libero, stravagante e talvolta di alta manutenzione. Amo ridere e far ridere anche gli altri. Bloggo per divertimento, ma il blogging può anche essere un lavoro se vuoi che lo sia.